Nella Cappella del Santissimo Sacramento è conservata la Madonna Haghiosoritissa, l’immagine orante bizantina con le mani sollevate, la Vergine intercede presso il Figlio in favore dell’umanità o di un fedele che ne chiede il patrocinio, sul manto si notano a destra in basso l’encolpio del Redentore, in alto la fibula rotonda contenente frammenti di reliquie dei martiri indicati nei brevi cartigli di corredo:
1) xl martiri; 2) felix pp.; 3) marci e marcelliani.;
i loro nomi sono compresi nell’iscrizione di corredo: “in questa immagine sono riposte le reliquie di quaranta Martiri, di San Felice Papa, dei Santi Marco e Marcelliano”.
Il termine greco Haghiosoritissa è derivazione sintetica da Haghia Soròs nome del reliquiario in cui a Costantinopoli sono custoditi il manto e la cintura appartenuti alla Vergine. Questa radice terminologica costituisce un’ulteriore accentuazione vocazionale, ideologico-fideistica del culto dei martiri attraverso le reliquie, poiché in questo contesto divenute parte integrante dell’immagine, rappresentano un’espressione tra le più interessanti della diffusione delle loro memorie devozionali tra l’VII e l’XI secolo, infatti nell’aver donato la vita per conservare la fede, costituiscono il perno dell’intercessione della Madre presso il Figlio in soccorso dell’umanità sofferente. L’icona proviene dalla Chiesa di San Salvatore ad Fornacem (San Salvatore in Arco). Nel 1480 a seguito dei lavori di sistemazione urbanistica commissionati dal pontefice Sisto IV (Francesco della Rovere 1471-1484), venne trasferita a San Lorenzo in Damaso (Ádám Poós, San Lorenzo in Damaso, Roma 2015 pp.32-33). Il dipinto è stato realizzato ad olio ed ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti e restauri. Nel linguaggio iconografico il dipinto viene avvicinato all’Haghiosoritissa del monastero di Santa Maria de Tempulo ora conservata nell’Oratorio del Rosario a Monte Mario, Gugliemo Matthiae pone al dipinto una datazione oscillante tra il IX e il XI secolo (G. Matthiae, Pittura Romana del Medioevo secoli IV-IX, aggiornamento scientifico e bibliografia di Maria Andaloro, Roma 1987, p.256). L’immagine della Vergine è stata coronata nel 1635 dal Capitolo di San Pietro e ne venne realizzata un’incisione da Pietro Bombelli inserita nel 1792 nella Raccolta delle Immagini della Beatissima Vergine Ornata della Corona d’oro; nei primi anni dell’ottocento, al tempo del presidio delle truppe Napoleoniche presso il Palazzo della Cancelleria, venne depredata della corona e della cornice d’argento di corredo.